Resistenza Verde

citta-verde

A Torino ha recentemente preso vita “Resistenza Verde”, una rete di comitati e associazioni impegnate nella lotta contro il consumo di suolo. Il coordinamento, formato da oltre 20 realtà tra cui Comitati di quartiere, Gruppi di azione locale e fondazioni ambientaliste, ha l’obiettivo di proteggere il territorio torinese dall’avanzare della cementificazione e dalla speculazione edilizia.

I membri di Resistenza Verde sono da tempo impegnati in battaglie sul territorio per contrastare progetti di nuove costruzioni, ampliamenti, ristrutturazioni o riqualificazioni che comportino un consumo di aree verdi o agricole. Attraverso azioni di presidio e protesta, esposti, petizioni e ricorsi al TAR, stanno ottenendo alcuni importanti risultati, quali lo stop a progetti di grandi dimensioni.

Tuttavia, ritengono che gli interventi vadano affrontati in modo coordinato e sinergico, attraverso una visione di insieme dei problemi e degli obiettivi di tutela ambientale. Per questo hanno deciso di federarsi, scambiandosi informazioni, strategie ed esperienze, e presentandosi alle istituzioni come interlocutore unico e qualificato nella materia.

Resistenza Verde chiede alle amministrazioni pubbliche torinesi nuove politiche di governo del territorio, un’efficace pianificazione urbanistica e la redazione di un Piano Paesaggistico, strumenti necessari per arginare l’impermeabilizzazione dei suoli ed evitare uno sviluppo insostenibile della città.

La nascita di questa rete rappresenta un segnale positivo di come i cittadini, uniti e compatti, possano divenire una forza di proposta concreta per salvaguardare il paesaggio e l’intero ecosistema. Se da un lato le battaglie dei comitati locali hanno finora portato a limitare singoli interventi, dall’altro un coordinamento più ampio può davvero invertire la rotta verso un nuovo modello di sviluppo. La sfida è ambiziosa, ma la posta in gioco lo è altrettanto.

Leggi anche  10 modi per diventare più sostenibili nella vita di tutti i giorni

Rimane da vedere se le istituzioni torinesi saranno realmente disposte a confrontarsi sulla base di proposte alternative al consumo di suolo, per un’idea diversa di città in cui la natura, e non il cemento, sia la protagonista.